9 ottobre 2016

MAC DIVA E VELVET TEDDY - NO DUPE

Si dice che il Cherry Bomb di Wet 'n wild sia dupe di Diva di Mac.
Adesso che li ho entrambi posso dire la mia.
A mio avviso Cherry Bomb è più scuro ed ha una componente violacea che manca in Diva.
Su di me, una volta indossati, non è una differenza di poco conto.





Altro nuovo acquisto: Velvet teddy. 
Nella foto a sinistra, sopra c'è il Rimmel Kate Moss n. 46 e sotto Mac.
Nella foto di destra, prima colonna dall'alto: Mac - Modesty, Mac - Velvet teddy, Nabla - Rock 'n nude. Seconda colonna dall'alto: Coloured raine - Mars, Neve cosmetics - Ballerina, Wjcon - Mandorla.

Come si evince chiaramente da queste foto approssimative non posseggo nulla degno di essere definito dupe. Spero che le comparazioni possano comunque essere d'aiuto.

17 marzo 2016

MULAC - VELVET INK

L'epifania del mese è la seguente: le tinte labbra non fanno per me.
Ero già arrivata a questa conclusione ma ho avuto la conferma dopo aver provato Just like a drop di Mulac Cosmetics. 



Il 10 marzo scorso l'azienda ha lanciato sei nuove tinte labbra ed io stranamente mi sono fiondata sul sito mulaccosmetics (non esistono rivenditori) per acquistarne una. Dico "stranamente" perché non sono il tipo da acquisto compulsivo. In genere attendo qualche recensione o almeno qualche swatch. 
Ma il 10 marzo no! Mi sentivo temeraria. Ed ho scelto l'unico colore che pensavo potesse essere nelle mie corde. Un color vino con del grigio, l'ha definito La Cindina (art director) nel video di presentazione. Ed io, boccalona depressa in fase post prandiale, ho attinto a paypal, mio nuovo compagno di avventure (ho creato un account solo qualche giorno fa e non so come ho fatto a vivere senza fino a quel momento).  
Credevo di aver scelto un tono abbastanza democratico ma mi sbagliavo perché Just like a drop, che a vederlo nel suo pack è adorabile, sulle mie labbra sembra un'altra. Sarà il mio spiccato sottotono giallo ma più che color vino diventa un marrone con tanto grigio che mi regala l' allure di un'annegata. 
Ho provato a compararla con ciò che di simile possiedo. Non ho molti prodotti labbra scuri né tantomeno con del grigio dentro. Ho scoperto una buona somiglianza con la matita Kiko Smart pencil 711 che potrebbe abbinarsi benissimo (ma che trovo mi stia meglio perché priva della componente grigiastra). Anche Vino di Neve Cosmetics potrebbe fungere. Tutto il resto c'entra poco o nulla. 


Luce naturale. Dall'alto: Mulac - Just like a drop (alla sua sinistra Kiko Smart pencil 711; alla sua destra Neve Cosmetics Pastello Vino), Kiko Unlimited Stylo n. 12, Wet 'n wild - Cherry bomb, Mac Craving, Wycon - Long lasting liquid lipstick Borgogna, Lime Crime - Wicked).





Speriamo che su un sottotono neutro si armonizzi meglio. Ne ho presa un'altra per una cara amica (Ciao Fra! Chissà se un giorno ti dirò che scrivo qui) e temo stia da cani anche a lei. 

Quanto alla texture è migliore di molte altre. Secondo il mio giudizio batte anche Lime Crime. E' liquida, sottile e quando sbiadisce al centro (tutte lo fanno su di me) l'effetto è tutto sommato sopportabile. Non troppo secca. Ho provato a strofinare le labbra con una mano bagnata ed è venuta via con facilità. Mi ricorda forse Coloured Raine o Wycon (che per me rimangono le più performanti). Ad ogni modo ciò che mi attendo quando investo in una tinta labbra è una prestazione di livello superiore. Preferisco allora una matita o un buon rossetto che non si sgretolano e che spariscono gradualmente, uniformemente e con dignità. 
Questa Mulac la ritengo dunque senza infamia e senza lode. Non mi è venuta voglia di provarne altre ed in ogni caso la ristretta gamma di colori mi costringe a porre fine all'indagine. 


VIVA

20 ottobre 2014

FACE OF THE DAY #2: Blackout

Se devi vagare nell’oscurità ti conviene avere dei punti di riferimento, qualcosa che conosci bene. Se ti alzi alle cinque del mattino con l’intenzione di salire su un treno e presentarti, ore dopo, ad un uditorio di sconosciuti, devi aggrapparti alle poche cose nelle quali riponi fiducia. Se poi proprio quella mattina, inspiegabilmente, è andata via l’elettricità in tutto il quartiere, è auspicabile tu abbia comprato una mini torcia da Decathlon. Magari esponendoti al ludibrio dei parenti che hanno insinuato stessi componendo un kit di emergenza nell’eventualità di un cataclisma. Che poi anche se fosse! Chi è che non ha avuto uno zainetto con l’essenziale per sopravvivere nelle notti seguenti un terremoto?!? Sono solo previdente. Non cacasotto. Nonono.
Quando qualche giorno fa si è verificata la funesta congiuntura astrale, grazie alla fioca luce della torcia, sono stati loro a salvarmi la faccia.



Per prima cosa ho applicato sulle occhiaie il Prep+prime di Mac nella colorazione Bright Forecast.



E’ una penna illuminante simil Touche éclat. La signorina Mac me l’ha venduto all’inizio dell’estate per sostituire il mio adorato Prolongwear concealer NW20, quella volta assente in negozio, rispetto al quale questo costa di più  e contiene meno prodotto. Non lo ricomprerò però ho sperimentato una sua peculiare funzione. Essendo un prodotto molto leggero può servire per dare un po’ di freschezza allo sguardo senza dover necessariamente fare una base completa. Si fissa con una cipria trasparente e si è pronte senza che si veda differenza di colore tra il contorno occhi ed il resto del volto.
Così ho fatto, ricorrendo alla mia fedele Hollywood di Neve Cosmetics.
Non ricordo più quante volte l’ho ricomprata. Pura silica: asciuga, opacizza, riempie, mimetizza. E’ Photoshop in barattolo. Come quell’amico che non vedi mai ma se sei nella cacca, il fidanzato ti lascia, hai perso l’ultimo treno, sai che puoi chiamare.
Step imprescindibile: sopracciglia con il set di Catrice. Anche se sono di fretta, anche se ho appuntamento alle nove e sono le nove e dieci, io le sopracciglia me le devo disegnare! In questi casi uso solo gli ombretti per non fare pasticci o calcare troppo la mano.
Nella rima interna inferiore ho applicato la matita della collezione Paris experience di Pupa, Multiplay 05. In realtà è glitterata, io dovevo mettere le lenti a contatto e non dura nemmeno tanto nella rima interna. Non è stata una scelta molto saggia ma non mi ha dato problemi. E’ stata la prima matita non nera che mi è capitata tra le mani. Mi è servita per camuffare il rossore della rima interna, tipico delle prime ore del mattino.
Sulle ciglia il nuovo mascara di Essence Lash Princess, acquistato la settimana scorsa.



Non avevo certo bisogno di un mascara ma potevo lasciarlo lì? Il packaging è nero e sinuoso. Sul tappo le decorazioni, che richiamano i ricami ed i lacci di un corsetto, sono di silicone rosa in rilievo. Un tale tubetto poteva pure contenere una pomata per le emorroidi e l’avrei comprato con lo stesso entusiasmo. Sul prodotto non ho ancora un’idea precisa ma è abbastanza positiva. Attendo sempre prima di pronunciarmi perché i mascara sono prodotti che apprezzo di più man mano che invecchiano. Per adesso posso dire che non sbava e che l’effetto è modulabile. La mattina del blackout ho fatto solo una passata ma con due passate l’effetto è molto evidente. Dona in ugual misura lunghezza e volume. Tende a formare grumi. Ho verificato empiricamente che è da evitare il movimento a zigzag. E’ preferibile far aggrappare bene le setole dello scovolino alla base delle ciglia e portarlo fino alle punte.  Se si fanno due passate trovo necessario usare un pettinino per separare le ciglia. Con più di due passate le ciglia si appiccicano troppo tra loro.
Un po’ di blush sulle guance pallide di chi si sveglia all’alba ci vuole. Ho scelto qualcosa di leggero che potessi portarmi dietro per i ritocchi (mi porto dietro qualche trucco a volte ma poi non ritocco mai nulla). 



Questo è di Bourjois, il numero 16 Rose Coup de Foudre, acquistato su Asos senza una ragione concreta. Mi ha colpito il packaging come al solito. Me lo immaginavo in latta vintage ed invece è in plastica contemporanea con un adesivo  poveraccio sul coperchio. Quando l’ho avuto tra le mani  ho pensato fosse un inutile dupe di Orgasm. Se non fosse che Orgasm mi è caduto ed ora è ridotto il polvere e che questo Bourjois, nonostante non abbia la confezione figa che speravo, è molto utile quando viaggio o sto fuori casa intere giornate. Il colore è un pesca modulabile e dentro la scatolina trova posto un pennellino ricurvo che non merita di essere sottovalutato. Ha la curvatura giusta per abbracciare il mio zigomo e, tra tutti i pennelli che posseggo, è quello con cui il prodotto rende meglio. In pochi centrimetri  ho blush e pennello. Per questo lo promuovo. E poi ha un profumo di borotalco piacevolissimo!
Non so se definirlo realmente dupe di Nars. Sono differenti ma se si possiede uno è inutile avere l’altro. Orgasm ha una base più fredda e più glitterini.

Bourjois Blush n. 16 Rose Coup de Foudre; Nars Orgasm


Nars Orgasm; Bourjois n. 16 (interno)
Bourjois n. 16; Nars Orgasm (con flash)



Sulle labbra, arrivata a destinazione, ho applicato rapidamente l’amato Blankety di Mac.
Qui di seguito paragonato alla Pastello Ballerina di Neve Cosmetics, lo Stay Matt Lip Cream 03 di Essence (fuori produzione… ma perché?!? Che odore meraviglioso che ha!) e la Pastello Conchiglia sempre di Neve Cosmetics.


Mac Blankety, Neve Cosmetics Ballerina, Essence Stay matt 03, Neve Cosmetics Conchiglia


Quando non so cosa scegliere scelgo Blankety. Quando non ho voglia scelgo Blankety. Perché a me l’effetto labbra chiarissime, beige e polpose piace. Anche se in foto l'effetto globale della mia faccia così conciata fa sempre schifo.
Questo è stato il mio look d’emergenza e, nonostante le condizioni meteo avverse, sono tornata a casa con una faccia decente. 
Guardandomi bene allo specchio, quella sera, ho pure pensato che forse è il trucco con il quale sto meglio. Forse less is more, less is better. Per un attimo ho pensato di vendere tutto ciò che possiedo e diventare una minimalista del make up. In realtà credo che dopo una settimana mi annoierei. 
Truccarmi non è farmi bella. E’ piuttosto diventare ogni giorno una donna diversa. E’ l’unico gioco che mi concedo nella mia serissima vita da adulta. L’unica frivolezza che ammetto nonostante la mia rigida concezione di me stessa e della vita. 

20 settembre 2014

CHANEL - LES BEIGES

Attenzione: questo è un post costoso! Declino qualunque responsabilità connessa al sorgere di nuove esigenze e bisogni cogenti nei lettori.
Lo so che lo state pensando. Non mi serve. Costa troppo.
Anche io lo pensavo. Ne sentivo parlare, leggevo recensioni ma continuavo strenuamente a sostenere che non avrei mai speso quella cifra per una terra. Mai.



Ne ho comprate due.
La 40 prima dell’estate. La 30 ieri.
La prima volta fu un acquisto compulsivo durante uno dei miei frequenti cali umorali ma la seconda volta l’ho fatto con coscienza e volontà, signori della Corte!
All’inizio non sapevo bene cosa farmene e, di conseguenza, nemmeno che tonalità scegliere. (In Italia sono disponibili sei tonalità: dalla 20 alla 70. All’estero creda sia venduta anche una 10).
Nasce come bronzer, da applicare con il pennellino in dotazione, al fine di ottenere un incarnato più caldo e luminoso. Quindi non sarebbe propriamente una cipria né tantomeno una terra da contouring. Eppure, stranamente, funziona alla perfezione per ciascuno di questi scopi.
Non amo il concetto di bronzer. Non mi piace l’idea di alterare il colorito naturale. Il mio diktat è: o sei abbronzata o non lo sei. La base viso dovrebbe corrispondere al tono di pelle nonostante ancora troppe troppe donne pensino diversamente. Tuttavia, all’inizio della primavera ho provato ad usarla leggermente su tutto il viso e l’ho amata. Vedevo il mio colorito non modificato ma esaltato in modo naturale. Proprio quell’effetto “belle mine” che promette la descrizione sulla scatola.
Per un vago contouring va benissimo. Ero scettica perché tutte le tonalità mi sembrava avessero sottotono  troppo caldo eppure anche usata così l’effetto è gradevolissimo.
A giugno, una mattina, presi coraggio e la spolverai con un kabuki su tutto il viso. Allora forse era  un po’ troppo scura e due passate erano eccessive però, a parte il singolare contrasto tra l’abbronzatura caraibica sul viso e le braccia bianco latte, l’effetto mi conquistò definitivamente.
Non uso fondotinta tradizionali perché, non avendo bisogno di molta coprenza, prediligo un risultato meno visibile, più nude. In genere mi basta un fondo minerale o una cipria. Inoltre cerco il più possibile di usare ingredienti non dannosi e non comedogeni. Tuttavia, quando vidi l’effetto patinato e radioso che dona utilizzandola su tutto il viso decisi che l’avrei riacquistata anche se all’interno ci fosse stato plutonio. 
Ho apprezzato, inoltre, il fatto che, forse per merito della silica, tenga a bada la lucidità. In questo senso la preferisco decisamente alla Mineralize Skinfinish di Mac e ad altri fondi minerali.
Questo è l’inci.



Il packaging è nelle mie corde: essenziale, lucido, solido, avorio e nero, quadrato ma dai bordi stondati, grafica minimal. C’est moi! Ha anche un dignitoso specchio che non uso mai. All’interno trova il suo posto un sottile pennello a mezzaluna che è anche abbastanza funzionale. Spesso lo cerco appositamente per fare il contouring sotto lo zigomo. Il fatto che il tutto sia così compatto è particolarmente comodo qualora voleste portarvela in giro. Il prodotto ha una leggera e, secondo il mio gusto, gradevole profumazione vagamente fiorita. Il sacchettino di velluto con il logo della maison non so perché esista ma c’è. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 48 euro. Nella profumeria dove l’ho acquistata costa  43 euro. Alcune Sephora vendono Chanel  (sul sito Sephora no, per ragioni di marketing) e magari con uno dei loro sconti del 20% diventa un pizzico più abbordabile.



Che l’abbia apprezzata si evince anche dal buco che ho provocato a quella vecchia. All’apice dell’abbronzatura, durante quest’estate, ne ho fatto un uso smodato. Sebbene si tratti di un prodotto modulabile, adesso la 40 inizia ad essere troppo scura e finirà per essere relegata al ruolo esclusivo di terra. Per tale ragione ho acquistato la tonalità più chiara. 
Se ha un difetto è quello di ossidarsi. Come si nota dalla foto seguente è possibile che si crei una patina più scura che, tuttavia, può essere facilmente rimossa grattando un poco la superficie. 

Chanel Les beiges 30, Chanel Les Beiges 40


Chanel Les Beiges 30, Chanel Les Beiges 40



Se tra la 30 e la 40 non c’è poi così tanta differenza, tra la 20 e la 30 la differenza è evidente. Temendo che la prima risultasse troppo chiara ho scelto la tonalità intermedia che sono certa andrà bene durante i prossimi mesi grazie alle Gocce magiche autoabbronzanti di Collistar, ilmiosegretodibellessa
Ma questa è un’altra storia che giustificherà un altro costoso post. 

ACQUISTI PUPA PARIS EXPERIENCE & OVERVIEW PUPA VELVET MATT

Mi sono recata in profumeria carica di aspettative e con un forte senso di colpa preventivo.
Cercavo di calcolare approssimativamente quanto sarebbe costata la mia spedizione. Per desistere cercavo di ricorrere alla morale e al buon senso convertendo la somma in giornate di lavoro di un operaio o in paia di scarpe. Mi preparavo a fare scelte difficili.
Trovatami davanti gli espositori intonsi mi sono data ad una meticolosa opera di swatching. Dopo qualche minuto sentivo che la mia passione sfrenata non trovava appagamento. A ben vedere, niente mi aveva fatta innamorare. Qualcosa di carino, niente di imperdibile, qualche delusione.
La Paris Experience è stata preannunciata e descritta nell’ambito delle beauty community come una collezione bellissima, la collezione di Pupa più bella di sempre. I presupposti c’erano tutti. La scelta cromatica incontra terribilmente il mio gusto e tocca i miei tasti estetici più sensibili. Viola, ottanio, labbra scure, damascato. Eppure dopo un’abbondante mezzora di meditazione  durante la quale ho dovuto arginare gli assalti salvifici di svariate commesse, ho scelto solo due pezzi.



La qualità degli ombretti in crema Vamp per me si conferma nuovamente. Sfumabili, morbidi, duraturi, colore pieno. 
I due più chiari, un dorato ed un rosa, non mi hanno colpita.
Lo 004 mi ha tentata. Era una sorta di rosa/lilla che avrebbe potuto piacermi ma, sfumandolo sulla mano due volte (non volevo arrendermi), mi sono resa conto che perdeva molto. 
Il verde petrolio, che pensavo di volere disperatamente, si è rivelato un bel colore ma un po’ piatto, a differenza di come risultava attraverso il pot (bluverdeglitteratoprofondowow).
Infine il viola, lo 002, che non credevo di acquistare dato che posseggo Diapason di Chanel. Tuttavia ho ben pensato che quest’ultimo scrive ancora ma si è già seccato e staccato dal barattolino. 

(turpiloquio)

Questo Pupa potrà tornare presto necessario come coadiuvante e sostituto di quello Chanel perché di viola sempre melius abundare quam deficere. Effettivamente come tono siamo lì. Quello Pupa è molto più intenso ma applicato con il pennello si avvicina molto a Diapason, il quale è comunque difficile da cogliere in foto nella sua totale bellezza. Stesso sottotono marrone, stessi riflessi blu. Pupa li ha più evidenti, ma Diapason dal vivo è più brillante. Sto già pensando ad una combo. 




Pupa 002, Pupa 002 applicato con pennello, Chanel Diapason (luce naturale indiretta)




Pupa 002, Pupa 002 applicato con pennello, Chanel Diapason (flash)

Questo è l'inci.



Le matite pensavo non fossero degne di nota ma la verde ha sostituito nel mio cuore bramoso l’ombretto 003. Eccola paragonata alle altre matite blu/verdi che posseggo. A sinistra Pupa, a destra dall’alto: Maybelline Khol Express Bleu Metallique, Max factor Cobalt blue, Kiko Double Glam 05, Kiko Glamorous eye pencil 409, Neve cosmetics Pastello Cielo. Il mio ultimo acquisto è decisamente l’anello di congiunzione tra il blu ed il verde, un bellissimo color petrolio/ottanio/pavone.

(Luce naturale indiretta)


(Flash)



Dei rossetti avrei gradito solo il più scuro ma non era il rosso cupo che cercavo. Il primo l’ho trovato insulso. Il secondo è stato paragonato a Rebel di Mac ma, pur non avendo quest’ultimo, credo che le comparazioni diffuse in rete siano fuorvianti. Rebel ha un po’di viola che in questo è assente. La differenza, a seconda della pigmentazione delle labbra e dell'incarnato, può assumere anche una certa rilevanza (rilevanza da makeup addicted, si intende). 
L’illuminante dal packaging eccelso mi ha delusa per la texture troppo spessa, quasi polverosa. Non è il tipo di illuminante che gradisco, anche perché troppo dorato. 
Tra gli smalti l’unico che metterei sarebbe il color sangria (è così che si chiama quest’anno il color vinaccia/amaranto/granata) del quale ho già qualche rappresentante nel mio parco smalti.
Sono poi passata ad analizzare i nuovi ombretti in crema matt. Pensavo di perderci la ragione ed invece (escluso a priori il nero, il blu ed il marrone) ho constatato che l’Aubergine era marrone, il Taupe era marroncino nocciola, il Lilac Grey era un marroncino grigio che ricordava troppo il mio Stormy pink di Mac. Bella texture ma niente che valesse l’acquisto, con mio sommo rammarico. Esistono della stessa linea quattro mascara (di cui tre colorati) e ben  nove smalti (che non ho valutato poiché sulle unghie preferisco i colori laccati). Tra i sedici rossetti nessun colore che abbia colpito la mia attenzione se non il numero 100. Nude. Rosa. Un altro. Meglio di no. 


Viva

CATRICE - EYEBROW SET

Alzi la mano chi non ha almeno una foto delle scuole medie con un ciuffo di peli in mezzo agli occhi ed una delle superiori con le sopracciglia spinzettate senza criterio. Ci passiamo tutte, senza eccezioni. Nessuna può dirsi veramente matura finché non si rende conto di avere delle sopracciglia di merda e decide di porvi rimedio.
Io me ne accorsi molto tempo dopo essermi appassionata smodatamente al makeup. Truccavo gli occhi ed ignoravo la loro cornice riponendo eccessiva fiducia nelle mie ali di gabbiano naturali. Guardando le foto di qualche anno fa mi rendo conto che i miei pennuti spelacchiati, in realtà, non reggevano bene trucchi intensi, i quali risultavano sbilanciati ed indefiniti. Quelli naturali, invece, mi davano sempre un’aria un po’ slavata.
Non ricordo come avvenne l’illuminazione. Iniziai a far ricrescere le sopracciglia mantenendone la forma ma rendendole leggermente più spesse. Per definirle comprai la Spiked di Mac. Ottima matita, colore azzeccato… ma io non sapevo usarla. A volte sembravo la strega di Biancaneve, altre volte lo zio Marrabbio.
Così il destino mi fece imbattere nel set della Catrice. Il primo che acquistai è terminato soltanto un paio di mesi fa, dopo un paio d’anni di costante utilizzo. Sono corsa a ricompare il secondo e mi è parso doveroso parlarne, sperando che il mio messaggio di speranza giunga a chi ne ha più bisogno.
Si tratta di una graziosa e compatta scatolina nera, con uno specchietto ed un cassettino che contiene un pennellino e una pinzettina  decisamente inutili. Tuttavia, non li sottovalutate. In momenti di vera emergenza possono anche salvare la situazione. Il pennellino è troppo piccolo per riempire i vuoti ma è ottimo per tracciare vagamente la sagoma che desiderate ottenere. La pinzetta non tira bene ma se all’ultimo minuto prima di uscire non trovate la vostra ed avete notato solo in quel momento un pelo nero di mezzo centimetro, la benedirete. 






Gli ombretti all’interno sono ovviamente totalmente opachi: un color talpa ed un marrone medio freddo. Non esistono altre tonalità. Io uso quello più scuro per la maggior parte del disegno e quello più chiaro per definirne l’inizio di modo che il risultato sia il più naturale possibile. Le polveri sono ottime, scriventi, sfumabili e durevoli. In anni di utilizzo l’ho sottoposte ai test più disparati, quale ad esempio l’allenamento cardio in palestra, e non sono mai rimasta delusa. E' anche capitato di usarli come ombretto in momenti di chepallenonhovoglianemmenodiprenderelanaked e per rendere più freddo il contouring. 



Il prezzo è contenuto come tutti i prodotti di Catrice (linea “luxury” di Cosnova, casa produttrice di Essence). L'inci lo trovate qui.  
Considerando qualità e quantità del prodotto lo ritengo un investimento più che sensato.
Devo aggiungere che la mia routine per il trucco delle sopracciglia prevede un passaggio ulteriore. L’utilizzo di sole polveri, anche di colori differenti, rischia di creare un effetto piatto e poco naturale. Per tale ragione dopo aver creato il mio disegno con gli ombretti, cerco di disegnare con una matita o con un prodotto in crema (ultimamente il paint pot Quite natural di Mac) dei piccoli trattini che dovrebbero simulare otticamente la presenza di qualche peletto in più. Il ricorso a prodotti con texture differenti, se operato con pazienza e mano leggera, dona tridimensionalità ed rende più realistico l’effetto finale.
Ora che mi ritrovo a dover disegnare i peli rimpiango un po’ i tempi delle medie in cui ne avevo troppi. Se solo avessi saputo gestirli prima di dedicarmi alla masochista e sconsiderata depilazione! Del resto è ciò che è accaduto per molte altre cose delle quali cui non sapevo che farmene finchè le avevo ed invece ora che mi servirebbero non ho più. Le tette, ad esempio. 


Viva

26 dicembre 2013

BENEFIT - THEY' RE REAL! (Di colpi di fulmine e sesto senso)

Lo vedi la prima volta ed a mala pena lo noti.
Lo incontri nuovamente e, dopo una rapida occhiata, sentenzi che non è proprio il tuo tipo.
Poi un giorno ti volti ed è in prima fila, fiero e diverso dagli altri. 
Pensi che vorresti avere a che fare con lui in qualche modo.
Esteticamente non ti piace ma senti che dovresti dargli una chance. 
Mi è capitato due volte.
La prima quasi un anno fa.
Allora ero da molto tempo fidanzata fedele dell' I love Extreme di Essence, elegante ed extra-size, economico e facilmente reperibile. Credevo che non avrei mai più trovato un altro degno delle mie attenzioni. Il Benefit lo avevo visto varie volte ma non mi aveva mai colpito. Non avevo provato nulla di quel brand. Inoltre aveva uno scovolino totalmente diverso rispetto a quello del mio fidanzato storico. Ero certa non potesse funzionare.
Accadde però che quello di Essence si seccasse improvvisamente dopo tanto tempo. Ero confusa e spiazzata e, per tirarmi su, andai a fare un giretto da Sephora. Ad un tratto mi girai distrattamente ed era lì. In piedi. Mi fissava. Fu uno sguardo rapido eppure colsi in lui lo stesso mio affascinato stupore. Era mio. Ero sua. Lo presi con me, nel mio cestino. Poi lo rimisi al suo posto. Continuai così a lungo, sguazzando nella mia indecisione, confrontandolo con il pesante ricordo del mio ex. Alla fine decisi che era giunto il momento di tagliare ogni legame col passato, di tentare strade nuove. Lo comprai.



Durante i primi tempi della nostra relazione non mancarono gli alti e bassi tipici di chi non si conosce ancora bene. Lui era pesante, pastoso, impreciso. 
Lo lasciai fuori una notte, da solo, aperto in due e tornò in sé. Egli capì di cosa avevo bisogno.
Da allora il nostro rapporto è stato un crescendo di soddisfazione.



Il suo scovolino in silicone che ho sempre snobbato riesce a separare le mie ciglia. La sferetta che si trova sull'estremità la uso per enfatizzare quelle più esterne. 
Dona volume, lunghezza ma soprattutto mantiene la curvatura.
Le mie ciglia sono tante, di media lunghezza ma terribilmente dritte. Non esiste piegaciglia o mascara incurvante che possa fare qualcosa. Dopo un quarto d'ora si afflosciano irrimediabilmente.
Il They're real di Benefit è l'unico prodotto che riesca a mantenere in piega le ciglia col trascorrere delle ore.
E forse questo suo pregio trova la sua giustificazione nella texture corposa che si secca dopo poco.
Molte ritengono che indurisca eccessivamente le ciglia e renda ostico lo struccaggio. Non condivido a pieno la prima obiezione. Diventa secco ma le mie ciglia mantengono comunque un minimo di flessibilità. Ad ogni modo non è un aspetto che mi crea fastidio.
Effettivamente è più difficile da struccare rispetto ad altri mascara ma, utilizzando il Take the day off di Clinique, non ho problemi a rimuoverlo rapidamente.
A sbavare lui da solo non ci pensa minimamente. E' uno tutto d'un pezzo.
Come si intuisce dall'esclamazione nel suo nome non è un mascara discreto. L'effetto è drammatico: quello che io ricerco anche alle 7 del mattino! L'effetto ciglia finte ovviamente lo danno solo le ciglia finte ma lui ha gli attributi. 
Ora, a distanza di undici mesi circa, inizia ad abbandonarmi. 
Il mascara andrebbe cambiato ogni tre mesi, lo sappiamo tutte, però mi rifiuto di buttar via 25 euro dopo così poco tempo! Soprattutto considerando che le sue performance sono andate migliorando nel tempo e che non mi trucco tutti i giorni.
Al momento ho altri mascara in lista d'attesa ma appena li avrò smaltiti ho intenzione di riacquistarlo.
Già mi manca. E' quello delle occasioni importanti, quello che non delude. 
Adesso mi guarderò intorno, ne frequenterò qualche altro per verificare se ciò che mi lega a lui è così indissolubile, se lui è talmente insostituibile per me da non poterne più fare a meno.
In base alla mia recente esperienza, dunque, posso affermare che sarebbe bene dar retta al sesto senso quando ci invia messaggi così immediati ed insoliti.  

Dicevo che mi è capitato due volte.
L'ultima qualche mese fa.
Era in prima fila, diverso da tutti gli altri.
Non assomigliava per nulla a quello di prima.
Non era il mio tipo. 
Ad un tratto mi sono girata e mi fissava. 
Ho colto un guizzo impercettibile nel suo sguardo.
Poi l'ho visto odorare il suo libro ed ho capito che volevo avere a che fare con lui.
Non so ancora perché ma ci sto lavorando. 

Viva

I SEE GHOST - CHRISTMAS EDITION

Ogni anno provo una vena di sgomento nel constatare quanto passi velocemente il Natale.
La frenesia di un lungo periodo di attesa soccombe gradualmente durante un unico lungo giorno di bagordi. L'adrenalina scema di ora in ora finché ci si ritrova a letto, la sera del 25, ed è finito.
Un senso forse non ce l'ha ma c'è bisogno anche del Natale nella vita.
C'è bisogno di fermarsi.
C'è bisogno di cucinare per qualcuno.
C'è bisogno che i figli tornino a casa.
E che qualcuno esca a comprarti un brutto regalo.
C'è bisogno dei giochi.
Delle domande invadenti e delle risposte di circostanza.
Dei sorrisi.
Che anche se non sono veri vanno bene lo stesso perché ce n'è bisogno.
E mentre ridi per finta ricordi come era ridere davvero e vorresti farlo di nuovo.
Quasi quasi potresti provare. Sforzarti.
Cullare un'idea.
Pensare a qualcuno che abbia un altro nome ma che dica le stesse parole.
C'è bisogno di scordare i buchi neri ed i dolori.
Per questo ci sono le luci, i dolci ed il vino, i bambini che urlano, le mamme che hanno bisogno di una mano.
Per questo è Natale.
Ed anche se non è felice è Natale lo stesso.
Un paio di giorni fa mi sono imbattuta in questa canzone. La ascolto in loop e mi fa male.
Forse perché anche io vedo fantasmi. E li sogno pure.
La vita muta incessantemente. Non si può evitare e se non si cambia assieme a lei si perde l'equilibrio.
Come un lenzuolo che rimane impigliato mentre è sferzato da un vento nuovo e potente. O lo si asseconda o ci si lacera.
Anche adesso che avrei nuove prospettive, difficili ma pur sempre nuove, non riesco a smettere di guardare indietro.
Non ho coraggio di ammetterlo altrove se non tra queste righe: ti odio.
E' Natale e ti auguro lo stesso male che hai fatto.
E' un Natale malato.
E' un Natale di fantasmi.

Ti sfido: vince chi è felice per primo.
Auguri.

Viva

9 novembre 2013

CHE MI TRUCCO A FARE #1: CLINIQUE - TAKE THE DAY OFF

Nella serie di post dal titolo "Che mi trucco a fare" vi parlo dei prodotti e degli accessori che uso per le noiose operazioni di struccaggio. E' doveroso fare alcune premesse affinché chi legge possa trarre conclusioni utili. Il trucco della mia consueta base viso è minerale. A volte Bare Minerals, altre Neve Cosmetics, più raramente Buff'd, Elf (che proprio minerale non è) ed altri. L'unico prodotto siliconico che mi concedo ogni tanto è l'amata Mineralize Skinfinish Natural di Mac che uso a mò di fondotinta (in realtà nasce come cipria, molto coprente e luminosa). Questo comporta che io non abbia bisogno di rimuovere fondotinta siliconici o a base oleosa. Per il trucco occhi, invece, utilizzo prodotti "tradizionali" e spesso long lasting.
Il "Take the day off" l'ho acquistato da Sephora, ormai circa otto mesi fa, al prezzo di 26,90 euro. 


Ne avevo sentito parlare più volte ma non mi ero mai decisa a prenderlo per due fondamentali ragioni: il prezzo, che ritenevo eccessivo per uno struccante, e l'inci non perfetto. 
Sulla prima questione ho dovuto ricredermi. Innanzitutto il costo è ammortizzato dalla quantità, prima ancora che dall'efficacia. La jar contiene 25 ml di prodotto ma per struccarsi completamente ne serve davvero poco. Per togliere il trucco dagli occhi è sufficiente prelevarne una virgola con i polpastrelli. 
La foto testimonia quanto ne abbia consumato finora. Sottolineo che, non sapendo dosarlo, inizialmente ne ho sperperato molto. 


Per quanto riguarda l'inci ho deciso di accettare l'ethylhexyl palmitate al primo posto e qualche schifezzina, volendolo utilizzare principalmente sugli occhi.  


Si presenta come un burro solido ma è sufficiente scioglierne una minima quantità sulle punte delle dita perché si trasformi in un'emulsione leggera e scorrevole. Con i polpastrelli unti massaggio gli occhi ancora truccati ottenendo un effetto glamour alla Lady Gaga
Questo balsamo scioglie in un sol colpo primer, ombretti in polvere o crema, eyeliner, mascara, rari ed eventuali glitter. Volutamente lo massaggio anche sul contorno occhi per rimuovere correttore e prodotti per sopracciglia. E' questo che amo di più: la rapidità. Odio struccarmi ed odio stare lì a ripassare più volte con dischetti e salviettine senza, peraltro, ottenere il risultato sperato.  
L'operazione richiede solo un pò di attenzione per evitare il contatto con gli occhi. Quando questo è accaduto non ha provocato alcun bruciore o irritazione, tuttavia la sensazione di appannamento della vista che producono i prodotti oleosi può dar fastidio.  
Ho usato il balsamo anche sul viso, più volte, proprio al fine di testarne non tanto l'efficacia (per rimuovere un pò di fondo minerale a fine giornata non ci vuole granché) ma la compatibilità con la mia pelle. Non ha avuto effetti particolari. Suppongo sarebbe difficile il contrario considerando che si tratta di un prodotto da risciacquare. 
L'unico problema potrebbe essere la rimozione. Con i dischetti di cotone non si riesce a portar via del tutto il prodotto. Lo strumento a dir poco perfetto per questa operazione è il pannetto struccante in lattice di Sephora. Con questa accoppiata rimuovo il trucco completamente, senza insistere, strofinare o dover usare altri prodotti. Probabilmente lo stesso risultato può ottenersi con qualsiasi panno in lattice, forse anche con quelli in spugna o in microfibra. 


Dopo aver rimosso tutto con il pannetto in lattice lavo il viso con un detergente delicato e mi asciugo con un panno in microfibra per rimuovere gli eventuali residui di trucco. Vanno benissimo quelli per le pulizie casalinghe. Molte volte, nonostante io creda di avere il viso perfettamente pulito, anche dopo l'uso di struccante e detergente, il panno in microfibra rivela residui di trucco. Essere meticolosa nello struccaggio è per me fondamentale ed ha portato i suoi frutti: meno punti neri, brufoli sotto pelle ed imperfezioni. 
La confezione del "Take the day off" potrebbe risultare ingombrante qualora, come me, vi spostaste frequentemente. Ho risolto travasandone una porzione in una jar più piccola con l'ausilio di un cucchiaino.
Allo stato attuale, non avendo trovato altre soluzioni anche solo lontanamente comparabili ad esso, il balsamo di Clinique rimane per me insostituibile e consigliatissimo.

Viva

12 settembre 2013

PUPA - VAMP! CREAM EYESHADOW

I tempi delle trousse (consentitemi il termine vintage) di Cappuccetto Rosso sono ormai lontani!
Pupa ha cambiato volto ed ultimamente ho avuto modo di constatarlo più volte. 
Le novità del brand sono tutte interessanti. 
Ho resistito al richiamo del celebre mascara, capostipite della stirpe Vamp, delle unghie con le palline attaccate sopra, degli smalti effetto gel, persino dei blush in crema, dei pigmenti e dei mascara fluo. Poi mi sono trovata davanti i nuovi ombretti: compatti, cotti ed in crema. 
Dei primi alcuni hanno il loro fascino, i secondi li snobbo sempre forse traumatizzata dagli omologhi della Kiko, ma sugli ultimi non ho avuto la forza di sorvolare. Non ho nemmeno atteso la promozione di questi giorni (cliccando "mi piace" sulla pagina Facebook di Pupa è possibile scaricare dei coupon per acquistare uno smalto al costo di 1 euro o prodotti Vamp al costo di 5 euro) e, dopo aver studiato in rete swatches e comparazioni, ne ho acquistati due. 

Pupa Vamp! Cream e/s 200 - Pupa Vamp! Cream e/s 501

Sul sito www.pupa.it  il prezzo consigliato è di 11,60 euro. Io li ho pagati 9,80 euro. Da Coin e da Limoni costavano di più. 
Esistono 12 colori ma, dopo attenta riflessione, ho scelto il numero 200 Khaki ed il numero 501 Burgundy. 

200 e 501 (luce diretta)

Il 200 è un color platino con leggeri riflessi verdi, da più parti ritenuto dupe di Epatant di Chanel. 
Il 500 è denominato e considerato borgogna ma, a mio avviso, borgogna non è. 
Eccolo swatchato di fianco al pigmento Heritage Rouge di Mac (bellissimo anch'esso). 

Pupa Vamp! 200 - Pupa Vamp! 501 - Mac Heritage Rouge (luce solare diretta)

Spero che, attraverso il confronto, condividerete le mie perplessità. L'ombretto di Pupa è un marrone ramato. Un bel marrone ramato ma non un borgogna! (Credo possa essere comparato con Ebloui di Chanel ma non posseggo quest'ultimo quindi non so dirlo con certezza).

(luce indiretta)

(flash)

Segnalo anche il numero 600 Illusion Gray, dupe quasi perfetto di Illusoire di Chanel. E' il classico colore per cui solitamente perdo la ragione ma, dato che posseggo il suo predecessore blasonato, vi ho rinunciato a malincuore. 
Tra tanti colori neutri spicca il  201 Antigua, un verde smeraldo che avrei adorato se non fosse che nel mio imminente futuro saranno molte le occasioni formali che richiederanno make up noiosi discreti.
Il 300 Sapphire è un bel punto di blu; il 301 Sky Blue, un pervinca, è tra quelli che hanno la texture migliore, se la memoria non mi inganna. 

Il finish è metallico, la texture scorrevole. La stesura è facile sia con pennello (sintetico, of course) che con le dita. Sfumabili ma long lasting. 
La durata è eccelsa. Il 200 ha resistito 11 ore, di cui una di intensa attività fisica, senza primer e senza manifestare segni di cedimento. Non è sbiadito, non è finito nella piega della palpebra. E' rimasto luminoso ed uniforme. 
Il 501 è stato sottoposto a test meno severi ma posso garantire che è in grado di rimanere inalterato, senza alcun primer, per 5 ore. 
Condivido, dunque, le opinioni e le recensioni entusiastiche di molte. 
Nel confronto col sopracitato Illusion d'ombre di Chanel vince Pupa, tuttavia non ne acquisterò altri a causa della gamma di colori un pò limitata e dell'imminente uscita di altri Paint Pot by Mac. 
Ebbene sì! Da brava make up addicted consapevole programmo gli acquisti ma la mia etica vacillante non mi vieta di isitigarvi a correre in profumeria.

Viva

12 aprile 2013

DI MATRIMONI ED ALTRI GUAI



Anche stamane, come di consueto, con un solo occhio aperto, accendo il cellulare.
Conto fino a cinque.
Suona.
Vediamo che problemi ci sono oggi.
Leggo sms: " Volevo portarti l'invito per il mio matrimonio. Come ti trovo?"
Merda!
Ho richiuso l'occhio ed ho immaginato prati verdi, acque cristalline, cinguettii, odore di fresie, Chanel vintage e Gerard Butler con la barba.
Devo accettare l'idea. Sono invitata ad un matrimonio.
Quelle occasioni in cui la gente si veste di nuovo ed augura agli altri l'avverarsi di utopie a cui in fondo non crede più.
Quando ho parlato al telefono con la sposa avrei voluto, per onestà intellettuale, illustrarle la mia aggiornata visione dei rapporti sentimentali ma mi è sembrato vagamente inopportuno.
L'ho lasciata fare e credo si sposi sul serio.
Tra venti giorni!
Ora, dato che sono ancora i primi d'aprile, non fa caldo, non fa freddo ed anche io non sono mai stata più lunatica e meno self-confident in vita mia, mi viene naturale imprecare... che minchia mi metto?!?
Sono conscia che in tante si stiano ponendo la stessa domanda in questo momento.
Un urlo silenzioso di disperazione ci accomuna tutte, si eleva fino al cielo agli inizi di aprile e termina soltanto ad ottobre.
Sì, c'è anche gente che si sposa a dicembre, vero. 
Solidarietà.
Mi sento avvilita considerando che non ho tempo per andare in giro a fare shopping e che i miei denari erano stati destinati ad un restyling del guardaroba primavera/estate.
Avevo giustappunto preso atto che il suddetto consta di decine di capi neri, forse a causa del mio struggente lutto fidanzamento quinquiennale.
Strano che credessi di essere felice eppure indossassi solo pullover collo a V neri. 
Meditate gente, meditate. Ma questa è un'altra storia. Per fortuna.
Ero quindi pronta a tuffarmi in nuvole di chiffon color pesca, di lino color sabbia e seta verde smeraldo (Io Pantone lo studio due stagioni prima nemmeno lavorassi per Vogue!)
No! Addio sogni di moda! Addio stile nuovo, sorriso nuovo, cuore nuovo... 
Devo acquistare un abito per la cerimonia.
Credo che l'ultima volta indossassi un abitino di sangallo bianco.
No, non c'era il rischio mi scambiassero per la sposa perché avevo sette anni.
Facevo la damigella ed ebbi anche il mio minuto di gloria quando il sacerdote mi chiese cosa volessi fare da grande e risposi tronfia, al suo microfono, "la maestra".
Allora tutte le teste degli astanti furono piegate dalla tenerezza e mi rivolsero sguardi innamorati.
Li avevo in pugno.
A nulla valse la frase strappalacrime del paggetto:
 "Voglio fare il meccanico, come il nonno".  
Caro, puoi soltanto mangiare la polvere. Sono più carina ed ho una sottogonna di tulle.
Sono io la star!
Ecco, vorrei un abito che mi facesse sentire una diva come allora.
Venti anni dopo. 
Speriamo solo non mi venga chiesto cosa voglio fare da grande che non è periodo proprio!

Ho già passato al setaccio tutti gli e-commerce modaioli d' Europa.
Nulla.
Non è questione di prezzo o di taglia.
Nulla.
Sono anche entrata da Zara ripetendo il mantra "imaginapuoi".
Nulla.
E' primavera e qualunque capo di abbigliamento femminile scopre almeno quei cinque centimetri sopra il ginocchio che io, no davvero, ad una cerimonia, con tutti gli sguardi addosso, non mi posso permettere.
Le sensuali smagliature dell'incavo del mio ginocchio le riservo a pochi eletti. Non vorrei che il connubio con il valgismo stimolasse gli istinti primordiali degli invitati. Poi ora che sono single rilascio troppi feromoni... 
Devo coprirmi per ragioni di ordine pubblico.
E niente, quindi sono nuda.
Sono quasi al punto di prendere in considerazione il tailleur che mia nonna indossò al matrimonio di mia zia.
Avete presente quelli blu notte con le paillettes sul décolleté?
E faticherei pure per farmelo entrare, dato che mia nonna è più magra di me.
L'abito ideale è di un colore pastello oppure verde petrolio e io ci abbinerei delle décolleté nude ed anche la pochette nude. Col budget ideale ci vedrei un contenitore Miu Miu. Un bolerino (si dice ancora bolerino?!?) ideale che sia in perfetta armonia con la forma dell'abito ideale che ancora non ho finito di immaginare. 
E poi ci sarebbe odore di fresie e Gerard Butl... No, ok!
Innanzitutto devo capire se è di giorno o di sera ed in secondo luogo, cosa fondamentale, se ho una scusa per non andarci.
Infine devo incrociare i dati, raccogliere informazioni e verificare la percentuale di gente che sarà presente e che potrebbe essere interessata alle mie vicende personali.
Si sa, i matrimoni sono i luoghi preferiti per informarsi dei fallimenti professionali e sentimentali degli altri.
Ed io in questo periodo potrei soddisfare i pruriti di tutti gli invitati messi assieme.
Mi rimane da giocare un'ultima carta.
"Amica, ma ci hai pensato bene? Sono soltanto undici anni che state assieme. Non fare passi avventati"

Viva