Attenzione: questo è un post costoso! Declino
qualunque responsabilità connessa al sorgere di nuove esigenze e bisogni
cogenti nei lettori.
Lo so che lo state pensando. Non mi serve. Costa
troppo.
Anche io lo pensavo. Ne sentivo parlare, leggevo
recensioni ma continuavo strenuamente a sostenere che non avrei mai speso
quella cifra per una terra. Mai.
Ne ho comprate due.
La 40 prima dell’estate. La 30 ieri.
La prima volta fu un acquisto compulsivo durante
uno dei miei frequenti cali umorali ma la seconda volta l’ho fatto con
coscienza e volontà, signori della Corte!
All’inizio non sapevo bene cosa farmene e, di
conseguenza, nemmeno che tonalità scegliere. (In Italia sono disponibili sei
tonalità: dalla 20 alla 70. All’estero creda sia venduta anche una 10).
Nasce come bronzer, da applicare con il pennellino
in dotazione, al fine di ottenere un incarnato più caldo e luminoso. Quindi non
sarebbe propriamente una cipria né tantomeno una terra da contouring. Eppure,
stranamente, funziona alla perfezione per ciascuno di questi scopi.
Non amo il concetto di bronzer. Non mi piace
l’idea di alterare il colorito naturale. Il mio diktat è: o sei abbronzata o
non lo sei. La base viso dovrebbe corrispondere al tono di pelle nonostante
ancora troppe troppe donne pensino diversamente. Tuttavia, all’inizio della
primavera ho provato ad usarla leggermente su tutto il viso e l’ho amata.
Vedevo il mio colorito non modificato ma esaltato in modo naturale. Proprio
quell’effetto “belle mine” che promette la descrizione sulla scatola.
Per un vago contouring va benissimo. Ero scettica
perché tutte le tonalità mi sembrava avessero sottotono troppo caldo eppure anche usata così
l’effetto è gradevolissimo.
A giugno, una mattina, presi coraggio e la
spolverai con un kabuki su tutto il viso. Allora forse era un po’ troppo scura e due passate erano
eccessive però, a parte il singolare contrasto tra l’abbronzatura caraibica sul
viso e le braccia bianco latte, l’effetto mi conquistò definitivamente.
Non uso fondotinta tradizionali perché, non avendo
bisogno di molta coprenza, prediligo un risultato meno visibile, più nude. In
genere mi basta un fondo minerale o una cipria. Inoltre cerco il più possibile
di usare ingredienti non dannosi e non comedogeni. Tuttavia, quando vidi
l’effetto patinato e radioso che dona utilizzandola su tutto il viso decisi che
l’avrei riacquistata anche se all’interno ci fosse stato plutonio.
Ho apprezzato, inoltre, il fatto che, forse per
merito della silica, tenga a bada la lucidità. In questo senso la preferisco
decisamente alla Mineralize Skinfinish di Mac e ad altri fondi minerali.
Questo è l’inci.
Il packaging è nelle mie corde: essenziale,
lucido, solido, avorio e nero, quadrato ma dai bordi stondati, grafica
minimal. C’est moi! Ha anche un dignitoso specchio che non uso mai. All’interno
trova il suo posto un sottile pennello a mezzaluna che è anche abbastanza
funzionale. Spesso lo cerco appositamente per fare il contouring sotto lo
zigomo. Il fatto che il tutto sia così compatto è particolarmente comodo qualora
voleste portarvela in giro. Il prodotto ha una leggera e, secondo il mio gusto,
gradevole profumazione vagamente fiorita. Il sacchettino di velluto con il logo
della maison non so perché esista ma c’è. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno
ai 48 euro. Nella profumeria dove l’ho acquistata costa 43 euro. Alcune Sephora vendono Chanel (sul sito Sephora no, per ragioni di
marketing) e magari con uno dei loro sconti del 20% diventa un pizzico più
abbordabile.
Che l’abbia apprezzata si evince anche dal buco
che ho provocato a quella vecchia. All’apice dell’abbronzatura, durante
quest’estate, ne ho fatto un uso smodato. Sebbene si tratti di un prodotto modulabile, adesso la 40 inizia ad
essere troppo scura e finirà per essere relegata al
ruolo esclusivo di terra. Per tale ragione ho acquistato la tonalità più
chiara.
Se ha un difetto è quello di ossidarsi. Come si nota dalla foto seguente è possibile che si crei una patina più scura che, tuttavia, può essere facilmente rimossa grattando un poco la superficie.
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Chanel Les beiges 30, Chanel Les Beiges 40 |
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Chanel Les Beiges 30, Chanel Les Beiges 40 |
Se tra la 30 e la 40 non c’è poi così tanta
differenza, tra la 20 e la 30 la differenza è evidente. Temendo che la prima risultasse troppo chiara ho scelto la tonalità
intermedia che sono certa andrà bene durante i prossimi mesi grazie alle Gocce
magiche autoabbronzanti di Collistar, ilmiosegretodibellessa.
Ma questa è
un’altra storia che giustificherà un altro costoso post.