Anche stamane, come di consueto, con un solo occhio aperto, accendo il cellulare.
Conto fino a cinque.
Suona.
Vediamo che problemi ci sono oggi.
Leggo sms: " Volevo portarti l'invito per il mio matrimonio. Come ti trovo?"
Merda!
Ho richiuso l'occhio ed ho immaginato prati verdi, acque cristalline, cinguettii, odore di fresie, Chanel vintage e Gerard Butler con la barba.
Devo accettare l'idea. Sono invitata ad un matrimonio.
Quelle occasioni in cui la gente si veste di nuovo ed augura agli altri l'avverarsi di utopie a cui in fondo non crede più.
Quando ho parlato al telefono con la sposa avrei voluto, per onestà intellettuale, illustrarle la mia aggiornata visione dei rapporti sentimentali ma mi è sembrato vagamente inopportuno.
L'ho lasciata fare e credo si sposi sul serio.
Tra venti giorni!
Ora, dato che sono ancora i primi d'aprile, non fa caldo, non fa freddo ed anche io non sono mai stata più lunatica e meno self-confident in vita mia, mi viene naturale imprecare... che minchia mi metto?!?
Sono conscia che in tante si stiano ponendo la stessa domanda in questo momento.
Un urlo silenzioso di disperazione ci accomuna tutte, si eleva fino al cielo agli inizi di aprile e termina soltanto ad ottobre.
Sì, c'è anche gente che si sposa a dicembre, vero.
Solidarietà.
Mi sento avvilita considerando che non ho tempo per andare in giro a fare shopping e che i miei denari erano stati destinati ad un restyling del guardaroba primavera/estate.
Avevo giustappunto preso atto che il suddetto consta di decine di capi neri, forse a causa del mio struggente lutto fidanzamento quinquiennale.
Strano che credessi di essere felice eppure indossassi solo pullover collo a V neri.
Meditate gente, meditate. Ma questa è un'altra storia. Per fortuna.
Ero quindi pronta a tuffarmi in nuvole di chiffon color pesca, di lino color sabbia e seta verde smeraldo (Io Pantone lo studio due stagioni prima nemmeno lavorassi per Vogue!)
No! Addio sogni di moda! Addio stile nuovo, sorriso nuovo, cuore nuovo...
Devo acquistare un abito per la cerimonia.
Credo che l'ultima volta indossassi un abitino di sangallo bianco.
No, non c'era il rischio mi scambiassero per la sposa perché avevo sette anni.
Facevo la damigella ed ebbi anche il mio minuto di gloria quando il sacerdote mi chiese cosa volessi fare da grande e risposi tronfia, al suo microfono, "la maestra".
Allora tutte le teste degli astanti furono piegate dalla tenerezza e mi rivolsero sguardi innamorati.
Li avevo in pugno.
A nulla valse la frase strappalacrime del paggetto:
"Voglio fare il meccanico, come il nonno".
Caro, puoi soltanto mangiare la polvere. Sono più carina ed ho una sottogonna di tulle.
Sono io la star!
Ecco, vorrei un abito che mi facesse sentire una diva come allora.
Venti anni dopo.
Speriamo solo non mi venga chiesto cosa voglio fare da grande che non è periodo proprio!
Ho già passato al setaccio tutti gli e-commerce modaioli d' Europa.
Nulla.
Non è questione di prezzo o di taglia.
Nulla.
Sono anche entrata da Zara ripetendo il mantra "imaginapuoi".
Nulla.
E' primavera e qualunque capo di abbigliamento femminile scopre almeno quei cinque centimetri sopra il ginocchio che io, no davvero, ad una cerimonia, con tutti gli sguardi addosso, non mi posso permettere.
Le sensuali smagliature dell'incavo del mio ginocchio le riservo a pochi eletti. Non vorrei che il connubio con il valgismo stimolasse gli istinti primordiali degli invitati. Poi ora che sono single rilascio troppi feromoni...
Devo coprirmi per ragioni di ordine pubblico.
E niente, quindi sono nuda.
Sono quasi al punto di prendere in considerazione il tailleur che mia nonna indossò al matrimonio di mia zia.
Avete presente quelli blu notte con le paillettes sul décolleté?
E faticherei pure per farmelo entrare, dato che mia nonna è più magra di me.
L'abito ideale è di un colore pastello oppure verde petrolio e io ci abbinerei delle décolleté nude ed anche la pochette nude. Col budget ideale ci vedrei un contenitore Miu Miu. Un bolerino (si dice ancora bolerino?!?) ideale che sia in perfetta armonia con la forma dell'abito ideale che ancora non ho finito di immaginare.
E poi ci sarebbe odore di fresie e Gerard Butl... No, ok!
Innanzitutto devo capire se è di giorno o di sera ed in secondo luogo, cosa fondamentale, se ho una scusa per non andarci.
Infine devo incrociare i dati, raccogliere informazioni e verificare la percentuale di gente che sarà presente e che potrebbe essere interessata alle mie vicende personali.
Si sa, i matrimoni sono i luoghi preferiti per informarsi dei fallimenti professionali e sentimentali degli altri.
Ed io in questo periodo potrei soddisfare i pruriti di tutti gli invitati messi assieme.
Mi rimane da giocare un'ultima carta.
"Amica, ma ci hai pensato bene? Sono soltanto undici anni che state assieme. Non fare passi avventati"
Viva