26 dicembre 2013

I SEE GHOST - CHRISTMAS EDITION

Ogni anno provo una vena di sgomento nel constatare quanto passi velocemente il Natale.
La frenesia di un lungo periodo di attesa soccombe gradualmente durante un unico lungo giorno di bagordi. L'adrenalina scema di ora in ora finché ci si ritrova a letto, la sera del 25, ed è finito.
Un senso forse non ce l'ha ma c'è bisogno anche del Natale nella vita.
C'è bisogno di fermarsi.
C'è bisogno di cucinare per qualcuno.
C'è bisogno che i figli tornino a casa.
E che qualcuno esca a comprarti un brutto regalo.
C'è bisogno dei giochi.
Delle domande invadenti e delle risposte di circostanza.
Dei sorrisi.
Che anche se non sono veri vanno bene lo stesso perché ce n'è bisogno.
E mentre ridi per finta ricordi come era ridere davvero e vorresti farlo di nuovo.
Quasi quasi potresti provare. Sforzarti.
Cullare un'idea.
Pensare a qualcuno che abbia un altro nome ma che dica le stesse parole.
C'è bisogno di scordare i buchi neri ed i dolori.
Per questo ci sono le luci, i dolci ed il vino, i bambini che urlano, le mamme che hanno bisogno di una mano.
Per questo è Natale.
Ed anche se non è felice è Natale lo stesso.
Un paio di giorni fa mi sono imbattuta in questa canzone. La ascolto in loop e mi fa male.
Forse perché anche io vedo fantasmi. E li sogno pure.
La vita muta incessantemente. Non si può evitare e se non si cambia assieme a lei si perde l'equilibrio.
Come un lenzuolo che rimane impigliato mentre è sferzato da un vento nuovo e potente. O lo si asseconda o ci si lacera.
Anche adesso che avrei nuove prospettive, difficili ma pur sempre nuove, non riesco a smettere di guardare indietro.
Non ho coraggio di ammetterlo altrove se non tra queste righe: ti odio.
E' Natale e ti auguro lo stesso male che hai fatto.
E' un Natale malato.
E' un Natale di fantasmi.

Ti sfido: vince chi è felice per primo.
Auguri.

Viva

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