26 dicembre 2013

BENEFIT - THEY' RE REAL! (Di colpi di fulmine e sesto senso)

Lo vedi la prima volta ed a mala pena lo noti.
Lo incontri nuovamente e, dopo una rapida occhiata, sentenzi che non è proprio il tuo tipo.
Poi un giorno ti volti ed è in prima fila, fiero e diverso dagli altri. 
Pensi che vorresti avere a che fare con lui in qualche modo.
Esteticamente non ti piace ma senti che dovresti dargli una chance. 
Mi è capitato due volte.
La prima quasi un anno fa.
Allora ero da molto tempo fidanzata fedele dell' I love Extreme di Essence, elegante ed extra-size, economico e facilmente reperibile. Credevo che non avrei mai più trovato un altro degno delle mie attenzioni. Il Benefit lo avevo visto varie volte ma non mi aveva mai colpito. Non avevo provato nulla di quel brand. Inoltre aveva uno scovolino totalmente diverso rispetto a quello del mio fidanzato storico. Ero certa non potesse funzionare.
Accadde però che quello di Essence si seccasse improvvisamente dopo tanto tempo. Ero confusa e spiazzata e, per tirarmi su, andai a fare un giretto da Sephora. Ad un tratto mi girai distrattamente ed era lì. In piedi. Mi fissava. Fu uno sguardo rapido eppure colsi in lui lo stesso mio affascinato stupore. Era mio. Ero sua. Lo presi con me, nel mio cestino. Poi lo rimisi al suo posto. Continuai così a lungo, sguazzando nella mia indecisione, confrontandolo con il pesante ricordo del mio ex. Alla fine decisi che era giunto il momento di tagliare ogni legame col passato, di tentare strade nuove. Lo comprai.



Durante i primi tempi della nostra relazione non mancarono gli alti e bassi tipici di chi non si conosce ancora bene. Lui era pesante, pastoso, impreciso. 
Lo lasciai fuori una notte, da solo, aperto in due e tornò in sé. Egli capì di cosa avevo bisogno.
Da allora il nostro rapporto è stato un crescendo di soddisfazione.



Il suo scovolino in silicone che ho sempre snobbato riesce a separare le mie ciglia. La sferetta che si trova sull'estremità la uso per enfatizzare quelle più esterne. 
Dona volume, lunghezza ma soprattutto mantiene la curvatura.
Le mie ciglia sono tante, di media lunghezza ma terribilmente dritte. Non esiste piegaciglia o mascara incurvante che possa fare qualcosa. Dopo un quarto d'ora si afflosciano irrimediabilmente.
Il They're real di Benefit è l'unico prodotto che riesca a mantenere in piega le ciglia col trascorrere delle ore.
E forse questo suo pregio trova la sua giustificazione nella texture corposa che si secca dopo poco.
Molte ritengono che indurisca eccessivamente le ciglia e renda ostico lo struccaggio. Non condivido a pieno la prima obiezione. Diventa secco ma le mie ciglia mantengono comunque un minimo di flessibilità. Ad ogni modo non è un aspetto che mi crea fastidio.
Effettivamente è più difficile da struccare rispetto ad altri mascara ma, utilizzando il Take the day off di Clinique, non ho problemi a rimuoverlo rapidamente.
A sbavare lui da solo non ci pensa minimamente. E' uno tutto d'un pezzo.
Come si intuisce dall'esclamazione nel suo nome non è un mascara discreto. L'effetto è drammatico: quello che io ricerco anche alle 7 del mattino! L'effetto ciglia finte ovviamente lo danno solo le ciglia finte ma lui ha gli attributi. 
Ora, a distanza di undici mesi circa, inizia ad abbandonarmi. 
Il mascara andrebbe cambiato ogni tre mesi, lo sappiamo tutte, però mi rifiuto di buttar via 25 euro dopo così poco tempo! Soprattutto considerando che le sue performance sono andate migliorando nel tempo e che non mi trucco tutti i giorni.
Al momento ho altri mascara in lista d'attesa ma appena li avrò smaltiti ho intenzione di riacquistarlo.
Già mi manca. E' quello delle occasioni importanti, quello che non delude. 
Adesso mi guarderò intorno, ne frequenterò qualche altro per verificare se ciò che mi lega a lui è così indissolubile, se lui è talmente insostituibile per me da non poterne più fare a meno.
In base alla mia recente esperienza, dunque, posso affermare che sarebbe bene dar retta al sesto senso quando ci invia messaggi così immediati ed insoliti.  

Dicevo che mi è capitato due volte.
L'ultima qualche mese fa.
Era in prima fila, diverso da tutti gli altri.
Non assomigliava per nulla a quello di prima.
Non era il mio tipo. 
Ad un tratto mi sono girata e mi fissava. 
Ho colto un guizzo impercettibile nel suo sguardo.
Poi l'ho visto odorare il suo libro ed ho capito che volevo avere a che fare con lui.
Non so ancora perché ma ci sto lavorando. 

Viva

I SEE GHOST - CHRISTMAS EDITION

Ogni anno provo una vena di sgomento nel constatare quanto passi velocemente il Natale.
La frenesia di un lungo periodo di attesa soccombe gradualmente durante un unico lungo giorno di bagordi. L'adrenalina scema di ora in ora finché ci si ritrova a letto, la sera del 25, ed è finito.
Un senso forse non ce l'ha ma c'è bisogno anche del Natale nella vita.
C'è bisogno di fermarsi.
C'è bisogno di cucinare per qualcuno.
C'è bisogno che i figli tornino a casa.
E che qualcuno esca a comprarti un brutto regalo.
C'è bisogno dei giochi.
Delle domande invadenti e delle risposte di circostanza.
Dei sorrisi.
Che anche se non sono veri vanno bene lo stesso perché ce n'è bisogno.
E mentre ridi per finta ricordi come era ridere davvero e vorresti farlo di nuovo.
Quasi quasi potresti provare. Sforzarti.
Cullare un'idea.
Pensare a qualcuno che abbia un altro nome ma che dica le stesse parole.
C'è bisogno di scordare i buchi neri ed i dolori.
Per questo ci sono le luci, i dolci ed il vino, i bambini che urlano, le mamme che hanno bisogno di una mano.
Per questo è Natale.
Ed anche se non è felice è Natale lo stesso.
Un paio di giorni fa mi sono imbattuta in questa canzone. La ascolto in loop e mi fa male.
Forse perché anche io vedo fantasmi. E li sogno pure.
La vita muta incessantemente. Non si può evitare e se non si cambia assieme a lei si perde l'equilibrio.
Come un lenzuolo che rimane impigliato mentre è sferzato da un vento nuovo e potente. O lo si asseconda o ci si lacera.
Anche adesso che avrei nuove prospettive, difficili ma pur sempre nuove, non riesco a smettere di guardare indietro.
Non ho coraggio di ammetterlo altrove se non tra queste righe: ti odio.
E' Natale e ti auguro lo stesso male che hai fatto.
E' un Natale malato.
E' un Natale di fantasmi.

Ti sfido: vince chi è felice per primo.
Auguri.

Viva

9 novembre 2013

CHE MI TRUCCO A FARE #1: CLINIQUE - TAKE THE DAY OFF

Nella serie di post dal titolo "Che mi trucco a fare" vi parlo dei prodotti e degli accessori che uso per le noiose operazioni di struccaggio. E' doveroso fare alcune premesse affinché chi legge possa trarre conclusioni utili. Il trucco della mia consueta base viso è minerale. A volte Bare Minerals, altre Neve Cosmetics, più raramente Buff'd, Elf (che proprio minerale non è) ed altri. L'unico prodotto siliconico che mi concedo ogni tanto è l'amata Mineralize Skinfinish Natural di Mac che uso a mò di fondotinta (in realtà nasce come cipria, molto coprente e luminosa). Questo comporta che io non abbia bisogno di rimuovere fondotinta siliconici o a base oleosa. Per il trucco occhi, invece, utilizzo prodotti "tradizionali" e spesso long lasting.
Il "Take the day off" l'ho acquistato da Sephora, ormai circa otto mesi fa, al prezzo di 26,90 euro. 


Ne avevo sentito parlare più volte ma non mi ero mai decisa a prenderlo per due fondamentali ragioni: il prezzo, che ritenevo eccessivo per uno struccante, e l'inci non perfetto. 
Sulla prima questione ho dovuto ricredermi. Innanzitutto il costo è ammortizzato dalla quantità, prima ancora che dall'efficacia. La jar contiene 25 ml di prodotto ma per struccarsi completamente ne serve davvero poco. Per togliere il trucco dagli occhi è sufficiente prelevarne una virgola con i polpastrelli. 
La foto testimonia quanto ne abbia consumato finora. Sottolineo che, non sapendo dosarlo, inizialmente ne ho sperperato molto. 


Per quanto riguarda l'inci ho deciso di accettare l'ethylhexyl palmitate al primo posto e qualche schifezzina, volendolo utilizzare principalmente sugli occhi.  


Si presenta come un burro solido ma è sufficiente scioglierne una minima quantità sulle punte delle dita perché si trasformi in un'emulsione leggera e scorrevole. Con i polpastrelli unti massaggio gli occhi ancora truccati ottenendo un effetto glamour alla Lady Gaga
Questo balsamo scioglie in un sol colpo primer, ombretti in polvere o crema, eyeliner, mascara, rari ed eventuali glitter. Volutamente lo massaggio anche sul contorno occhi per rimuovere correttore e prodotti per sopracciglia. E' questo che amo di più: la rapidità. Odio struccarmi ed odio stare lì a ripassare più volte con dischetti e salviettine senza, peraltro, ottenere il risultato sperato.  
L'operazione richiede solo un pò di attenzione per evitare il contatto con gli occhi. Quando questo è accaduto non ha provocato alcun bruciore o irritazione, tuttavia la sensazione di appannamento della vista che producono i prodotti oleosi può dar fastidio.  
Ho usato il balsamo anche sul viso, più volte, proprio al fine di testarne non tanto l'efficacia (per rimuovere un pò di fondo minerale a fine giornata non ci vuole granché) ma la compatibilità con la mia pelle. Non ha avuto effetti particolari. Suppongo sarebbe difficile il contrario considerando che si tratta di un prodotto da risciacquare. 
L'unico problema potrebbe essere la rimozione. Con i dischetti di cotone non si riesce a portar via del tutto il prodotto. Lo strumento a dir poco perfetto per questa operazione è il pannetto struccante in lattice di Sephora. Con questa accoppiata rimuovo il trucco completamente, senza insistere, strofinare o dover usare altri prodotti. Probabilmente lo stesso risultato può ottenersi con qualsiasi panno in lattice, forse anche con quelli in spugna o in microfibra. 


Dopo aver rimosso tutto con il pannetto in lattice lavo il viso con un detergente delicato e mi asciugo con un panno in microfibra per rimuovere gli eventuali residui di trucco. Vanno benissimo quelli per le pulizie casalinghe. Molte volte, nonostante io creda di avere il viso perfettamente pulito, anche dopo l'uso di struccante e detergente, il panno in microfibra rivela residui di trucco. Essere meticolosa nello struccaggio è per me fondamentale ed ha portato i suoi frutti: meno punti neri, brufoli sotto pelle ed imperfezioni. 
La confezione del "Take the day off" potrebbe risultare ingombrante qualora, come me, vi spostaste frequentemente. Ho risolto travasandone una porzione in una jar più piccola con l'ausilio di un cucchiaino.
Allo stato attuale, non avendo trovato altre soluzioni anche solo lontanamente comparabili ad esso, il balsamo di Clinique rimane per me insostituibile e consigliatissimo.

Viva

12 settembre 2013

PUPA - VAMP! CREAM EYESHADOW

I tempi delle trousse (consentitemi il termine vintage) di Cappuccetto Rosso sono ormai lontani!
Pupa ha cambiato volto ed ultimamente ho avuto modo di constatarlo più volte. 
Le novità del brand sono tutte interessanti. 
Ho resistito al richiamo del celebre mascara, capostipite della stirpe Vamp, delle unghie con le palline attaccate sopra, degli smalti effetto gel, persino dei blush in crema, dei pigmenti e dei mascara fluo. Poi mi sono trovata davanti i nuovi ombretti: compatti, cotti ed in crema. 
Dei primi alcuni hanno il loro fascino, i secondi li snobbo sempre forse traumatizzata dagli omologhi della Kiko, ma sugli ultimi non ho avuto la forza di sorvolare. Non ho nemmeno atteso la promozione di questi giorni (cliccando "mi piace" sulla pagina Facebook di Pupa è possibile scaricare dei coupon per acquistare uno smalto al costo di 1 euro o prodotti Vamp al costo di 5 euro) e, dopo aver studiato in rete swatches e comparazioni, ne ho acquistati due. 

Pupa Vamp! Cream e/s 200 - Pupa Vamp! Cream e/s 501

Sul sito www.pupa.it  il prezzo consigliato è di 11,60 euro. Io li ho pagati 9,80 euro. Da Coin e da Limoni costavano di più. 
Esistono 12 colori ma, dopo attenta riflessione, ho scelto il numero 200 Khaki ed il numero 501 Burgundy. 

200 e 501 (luce diretta)

Il 200 è un color platino con leggeri riflessi verdi, da più parti ritenuto dupe di Epatant di Chanel. 
Il 500 è denominato e considerato borgogna ma, a mio avviso, borgogna non è. 
Eccolo swatchato di fianco al pigmento Heritage Rouge di Mac (bellissimo anch'esso). 

Pupa Vamp! 200 - Pupa Vamp! 501 - Mac Heritage Rouge (luce solare diretta)

Spero che, attraverso il confronto, condividerete le mie perplessità. L'ombretto di Pupa è un marrone ramato. Un bel marrone ramato ma non un borgogna! (Credo possa essere comparato con Ebloui di Chanel ma non posseggo quest'ultimo quindi non so dirlo con certezza).

(luce indiretta)

(flash)

Segnalo anche il numero 600 Illusion Gray, dupe quasi perfetto di Illusoire di Chanel. E' il classico colore per cui solitamente perdo la ragione ma, dato che posseggo il suo predecessore blasonato, vi ho rinunciato a malincuore. 
Tra tanti colori neutri spicca il  201 Antigua, un verde smeraldo che avrei adorato se non fosse che nel mio imminente futuro saranno molte le occasioni formali che richiederanno make up noiosi discreti.
Il 300 Sapphire è un bel punto di blu; il 301 Sky Blue, un pervinca, è tra quelli che hanno la texture migliore, se la memoria non mi inganna. 

Il finish è metallico, la texture scorrevole. La stesura è facile sia con pennello (sintetico, of course) che con le dita. Sfumabili ma long lasting. 
La durata è eccelsa. Il 200 ha resistito 11 ore, di cui una di intensa attività fisica, senza primer e senza manifestare segni di cedimento. Non è sbiadito, non è finito nella piega della palpebra. E' rimasto luminoso ed uniforme. 
Il 501 è stato sottoposto a test meno severi ma posso garantire che è in grado di rimanere inalterato, senza alcun primer, per 5 ore. 
Condivido, dunque, le opinioni e le recensioni entusiastiche di molte. 
Nel confronto col sopracitato Illusion d'ombre di Chanel vince Pupa, tuttavia non ne acquisterò altri a causa della gamma di colori un pò limitata e dell'imminente uscita di altri Paint Pot by Mac. 
Ebbene sì! Da brava make up addicted consapevole programmo gli acquisti ma la mia etica vacillante non mi vieta di isitigarvi a correre in profumeria.

Viva

12 aprile 2013

DI MATRIMONI ED ALTRI GUAI



Anche stamane, come di consueto, con un solo occhio aperto, accendo il cellulare.
Conto fino a cinque.
Suona.
Vediamo che problemi ci sono oggi.
Leggo sms: " Volevo portarti l'invito per il mio matrimonio. Come ti trovo?"
Merda!
Ho richiuso l'occhio ed ho immaginato prati verdi, acque cristalline, cinguettii, odore di fresie, Chanel vintage e Gerard Butler con la barba.
Devo accettare l'idea. Sono invitata ad un matrimonio.
Quelle occasioni in cui la gente si veste di nuovo ed augura agli altri l'avverarsi di utopie a cui in fondo non crede più.
Quando ho parlato al telefono con la sposa avrei voluto, per onestà intellettuale, illustrarle la mia aggiornata visione dei rapporti sentimentali ma mi è sembrato vagamente inopportuno.
L'ho lasciata fare e credo si sposi sul serio.
Tra venti giorni!
Ora, dato che sono ancora i primi d'aprile, non fa caldo, non fa freddo ed anche io non sono mai stata più lunatica e meno self-confident in vita mia, mi viene naturale imprecare... che minchia mi metto?!?
Sono conscia che in tante si stiano ponendo la stessa domanda in questo momento.
Un urlo silenzioso di disperazione ci accomuna tutte, si eleva fino al cielo agli inizi di aprile e termina soltanto ad ottobre.
Sì, c'è anche gente che si sposa a dicembre, vero. 
Solidarietà.
Mi sento avvilita considerando che non ho tempo per andare in giro a fare shopping e che i miei denari erano stati destinati ad un restyling del guardaroba primavera/estate.
Avevo giustappunto preso atto che il suddetto consta di decine di capi neri, forse a causa del mio struggente lutto fidanzamento quinquiennale.
Strano che credessi di essere felice eppure indossassi solo pullover collo a V neri. 
Meditate gente, meditate. Ma questa è un'altra storia. Per fortuna.
Ero quindi pronta a tuffarmi in nuvole di chiffon color pesca, di lino color sabbia e seta verde smeraldo (Io Pantone lo studio due stagioni prima nemmeno lavorassi per Vogue!)
No! Addio sogni di moda! Addio stile nuovo, sorriso nuovo, cuore nuovo... 
Devo acquistare un abito per la cerimonia.
Credo che l'ultima volta indossassi un abitino di sangallo bianco.
No, non c'era il rischio mi scambiassero per la sposa perché avevo sette anni.
Facevo la damigella ed ebbi anche il mio minuto di gloria quando il sacerdote mi chiese cosa volessi fare da grande e risposi tronfia, al suo microfono, "la maestra".
Allora tutte le teste degli astanti furono piegate dalla tenerezza e mi rivolsero sguardi innamorati.
Li avevo in pugno.
A nulla valse la frase strappalacrime del paggetto:
 "Voglio fare il meccanico, come il nonno".  
Caro, puoi soltanto mangiare la polvere. Sono più carina ed ho una sottogonna di tulle.
Sono io la star!
Ecco, vorrei un abito che mi facesse sentire una diva come allora.
Venti anni dopo. 
Speriamo solo non mi venga chiesto cosa voglio fare da grande che non è periodo proprio!

Ho già passato al setaccio tutti gli e-commerce modaioli d' Europa.
Nulla.
Non è questione di prezzo o di taglia.
Nulla.
Sono anche entrata da Zara ripetendo il mantra "imaginapuoi".
Nulla.
E' primavera e qualunque capo di abbigliamento femminile scopre almeno quei cinque centimetri sopra il ginocchio che io, no davvero, ad una cerimonia, con tutti gli sguardi addosso, non mi posso permettere.
Le sensuali smagliature dell'incavo del mio ginocchio le riservo a pochi eletti. Non vorrei che il connubio con il valgismo stimolasse gli istinti primordiali degli invitati. Poi ora che sono single rilascio troppi feromoni... 
Devo coprirmi per ragioni di ordine pubblico.
E niente, quindi sono nuda.
Sono quasi al punto di prendere in considerazione il tailleur che mia nonna indossò al matrimonio di mia zia.
Avete presente quelli blu notte con le paillettes sul décolleté?
E faticherei pure per farmelo entrare, dato che mia nonna è più magra di me.
L'abito ideale è di un colore pastello oppure verde petrolio e io ci abbinerei delle décolleté nude ed anche la pochette nude. Col budget ideale ci vedrei un contenitore Miu Miu. Un bolerino (si dice ancora bolerino?!?) ideale che sia in perfetta armonia con la forma dell'abito ideale che ancora non ho finito di immaginare. 
E poi ci sarebbe odore di fresie e Gerard Butl... No, ok!
Innanzitutto devo capire se è di giorno o di sera ed in secondo luogo, cosa fondamentale, se ho una scusa per non andarci.
Infine devo incrociare i dati, raccogliere informazioni e verificare la percentuale di gente che sarà presente e che potrebbe essere interessata alle mie vicende personali.
Si sa, i matrimoni sono i luoghi preferiti per informarsi dei fallimenti professionali e sentimentali degli altri.
Ed io in questo periodo potrei soddisfare i pruriti di tutti gli invitati messi assieme.
Mi rimane da giocare un'ultima carta.
"Amica, ma ci hai pensato bene? Sono soltanto undici anni che state assieme. Non fare passi avventati"

Viva

6 aprile 2013

FACE OF THE DAY #1


Oggi è sabato e tutto va bene. 
Inspiro, espiro... 
Dentro pensieri positivi, fuori pensieri negativi... 
Già. 
I fine settimana non li amo granché.
Sembra che ci si debba divertire o rilassare per forza. 
Io invece avrei un casino di cose da fare. 
Poi ci sono i vuoti che lasciano le persone e per quelli il week-end è un gran problema.

Trascorro sempre qualche minuto dei miei fine settimana a fissare il vuoto sentendomi impotente e domandandomi dove saremmo andati, di cosa avremmo riso, come mi sarei vestita e truccata per venirti incontro. 
Certo... alla fine mi vesto e mi trucco comunque, ma farlo per me stessa non è divertente come farlo per te. 
Il mio specchio non è clemente come lo erano i tuoi sguardi amorevoli. 

Che io voglia o non voglia oggi è sabato e tutto va bene. 
Per fortuna ho sempre la mia faccia della quale posso fare ciò che più aggrada.
La luce primaverile suggerirebbe di usare toni accesi, magari il giallo, ma il richiamo di questa palette è più forte.
Parto da qui e dal ricordo di te che corri a comprarmela di nascosto qualche giorno prima di Natale. 

Hustle su tutta la palpebra e sulla rima inferiore, Buck per sfumare, Virgin sotto l'arcata sopraccigliare. Immancabile correttore, cipria per fissare, una base viso leggera tanto per fortuna oggi non ho imperfezioni. Un leggero contouring che aiuta sempre. Il blush pesca che fa subito primavera, le sopracciglia definite ed un bel mascara. 



Mi accorgo di avere delle labbra. 
Forse le trascuro volutamente. 
Le punisco per non aver saputo dire le cose giuste, per aver baciato troppo poco.
Il ricordo delle tue mi fa ancora una tale tenerezza! 
Sono ancora così familiari e vicine che, immaginandole soltanto, riesco a sentirne la consistenza ed il calore.
Scelgo istintivamente il mio rossetto più nuovo.


Fucsia.
L'unico guizzo allegro che concederò oggi al mio viso.  
Avrei messo questo se oggi fossimo andati di nuovo in riva al mare, sotto il castello, a prendere un gelato. 
Poi sarebbe sceso il sole e si sarebbe sollevato un vento indisponente, di quelli che ti colgono di sorpresa e ti fanno pentire di aver indossato il trench troppo presto.
Saremmo entrati in macchina brontolando e tu avresti detto d'improvviso: "Che sei bella amò!".


FACE:
- Mac prolongwear concealer in NW20
- Elf Mineral Booster Sheer
- Mac Mineralize Skinfinish Natural in Medium
- Kiko Bloom Blush 02
- Mac Blush Harmony (contouring)
- Mac Eye Brows Pencil in Spiked

EYES:
- Urban Decay Primer Potion in Original
- Urban Decay Naked Palette
- Benefit They're real mascara

LIPS:
- Mac lipstick in Impassioned

Viva

5 aprile 2013

EVE PEARL - SALMON CONCEALER

Sono convinta che una buona base viso sia fondamentale.
A qualunque età.
Trovare la soluzione più adatta per le proprie esigenze è una missione tutt'altro che facile.
Assodato che il primo imprescindibile step per avere risultati soddisfacenti è la cura della pelle, per ciò che detergenti, tonici, creme, contorno occhi, maschere et similia non possono fare, viene in nostro aiuto Amico Correttore.  
L'amico del giorno è il Salmon Concealer di Eve Pearl.










Dello stesso prodotto esistono più versioni: il pot con una sola tonalità (a cui è aggiunto un agente idratante o qualcosa di simile), il duo ed il trio (trio A e trio B, rispettivamente con tre tonalità più chiare e più scure).
Quello da me acquistato (su love-makeup.co.uk al prezzo di 34£) è per l'appunto il trio A.

La texture è morbida e grassa, il che potrebbe fare felici le amanti dell' Erase paste di Benefit... me proprio no!
Entrambi i prodotti scivolano rovinosamente nelle mie recenti rughette d'espressione collocate sulla palpebra inferiore ma potrebbe trattarsi di una punizione divina per tutti gli auguri nefasti che indirizzo al mio ex quindi non è affatto scontato che ciò valga anche per voi.
So di gente che con il Benefit ottiene soddisfazioni. Dell' Eve Pearl ho letto e sentito ben poco quindi non posso riportarvi testimonianze positive.
La mia esperienza? Non posso tesserne le lodi per il motivo di cui sopra ma di certo è un correttore illuminante che svolge bene il suo lavoro. 
Scegliere il trio presenta, a mio modesto avviso, un pro: avere a disposizione tre tonalità differenti. Difficilmente un individuo caucasico non troverà tra queste quella adatta alle sue occhiaie. 
Così come è possibile che, sperimentando, si comprenda di doverne usare più d'una. Nel mio caso la tonalità più scura del trio nell'incavo del naso (dove poggiano i nasalini degli occhiali, per intenderci), quella media sul solco dell'occhiaia e quella più chiara come un quasi-illuminante dove ritengo più opportuno (ad esempio per definire il trucco occhi nell'angolo esterno). 
La varietà è utile anche qualora vi sia occasione di truccare altri o nel caso in cui ci abbronzassimo ed avessimo bisogno di un correttore più scuro o più chiaro a seconda del periodo. 
Se a qualcuno stesse passando per la mente di usarlo per camuffare le imperfezioni, suggerirei di optare per qualcos'altro. Troppo morbido ed illuminante. Anche fissandolo con una cipria non è la soluzione ottimale (ma devo ammettere di averlo utilizzato anche a questo scopo in situazioni di emergenza).

Lo applico con il Deluxe Crease Brush di Real Techinques o con il neonato eyebuki turchese di Neve Cosmetics.







Con il metodo professionale, aka "usa le dita", non mi sono trovata bene. Il prodotto si disperdeva troppo. 

Per quanto riguarda l'inci potete leggerlo da voi.








Se per la skin care ed il fondotinta sono ormai diventata una talebana del bio (solo vero minerale per la mia pellaccia, genitrice di comedoni), su tutto il resto chiudo un occhio.  

Viva

4 aprile 2013

DIE TO BORN


Nel 2012 ho scoperto che posso essere figa anche con i capelli corti, che posso portare un rossetto rosso senza sembrare Joker e che il mio fidanzato non mi ha mai amata.
In realtà l'ultima è venuta prima delle altre, prima di tante altre scoperte.
E così da agosto sono rotolata fino ad oggi.
Il divano mi ha accolta sempre.
A volte in posizione fetale, altre sdraiata con le braccia sotto la testa e il naso all'insù.
Adesso sto morendo per rinascere.
Die to born.
Sono certa di averla ascoltata per la prima volta in un giorno qualsiasi, quando ero felice, ormai tanto tempo fa.
La felicità capita sempre in un giorno qualsiasi.

Viva